
La rilevazione mossa forse più di frequente dagli insegnanti riguarda le difficoltà di attenzione e autocontrollo diffuse nelle classi , che impedirebbero agli alunni di utilizzare in modo ottimale le proprie capacità intellettive con conseguenti ripercussioni sul rendimento e l’inserimento scolastico. D’altro canto, al riguardo, modelli teorici attuali attribuiscono notevole interesse alle FE (funzioni esecutive) nella spiegazione e nella comprensione delle operazioni principali dell'intelligenza. Queste funzioni vengono indicate come esecutive presumibilmente per esprimere l'idea che assolvano l’importante responsabilità di controllo e gestione della mente e del comportamento: si tratta di attività consapevoli, che impegnano il soggetto in prima persona richiedendo il dispiego di notevoli risorse cognitive, e che presiederebbero alla regolazione di funzioni cognitive più basilari.
Gli studi del settore sono pervenuti alla definizione di fun¬zioni esecutive fondamentali come il controllo dell' attenzione, la pianificazione, la capacità di passare in maniera efficiente da un'attività ad un'altra , l'inibizione di informazioni irrilevanti o di tendenze automatiche di risposta, la memoria di lavoro, la capacità di eseguire due compiti concomitanti, la soluzione di problemi, l'aggiornamento delle rappresentazioni.
La sfida educativa che si pone, quindi, riguarda il favorire la presa di consapevolezza delle proprie funzioni mentali e delle personali potenzialità cognitive con lo scopo di orientare il soggetto ad un loro uso autoregolato. In questo incontro proporremo un’esperienza di intervento nella scuola dell’infanzia per il potenziamento delle funzioni di controllo dell’attenzione, della risposta impulsiva e della memoria di lavoro. La giovane età dei bimbi non ha rappresentato un ostacolo per l’attività e la sede scolastica è parsa essere un luogo ottimale poiché l’uso e lo sviluppo armonico delle potenzialità di ciascuno rappresentano finalità peculiari dell’istituzione educativa .
Lo sforzo didattico, in questo caso, va incentrato sull’estrarre il nucleo di un fenomeno di per sé complesso, tradurlo in forma ludica per avvicinarlo all’esperienza dei bambini e creare la giusta motivazione attraverso l’individuazione della sfida cognitiva ottimale: non troppo facile da risultare poco coinvolgente, né troppo difficile da creare al contrario demotivazione. Visti i riscontri promettenti, sono attualmente in corso ulteriori sperimentazioni in ambito non solo scolastico, ma anche riabilitativo e di potenziamento.
Psicologa dell’educazione e psicopedagogista, opera nella scuola di base ed è supervisore a tempo parziale nel Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Padova.
Componente del Gruppo MT, è impegnata da tempo in attività di ricerca e produzione di materiali per l’intervento sulle componenti cognitive, metacognitive e strategiche dei processi di apprendimento. Su questi temi ha pubblicato contributi in varie riviste specializzate e volumi in collaborazione con altri autori e svolge attività di formazione a vari livelli.
Membro del Comitato di redazione della rivista Difficoltà in Matematica (Erickson, Trento), collabora col Corso triennale Psicologia dell’apprendimento matematico (con sede Nevegal BL; responsabile scientifico prof.ssa Lucangeli).
Componente del Comitato Tecnico-Scientifico, docente, e supervisore laboratoriale del Progetto in Rete “Ricerca Profilo Formativo Scuola dell’Infanzia”, un’iniziativa di ricerca-azione avviata nel 2002 che coinvolge vari istituti della provincia di Treviso in convenzione con l’Università di Padova e in collaborazione con il locale Ufficio scolastico provinciale.
Principali pubblicazioni (in collaborazione con altri autori)
Memoria e metacognizione, Erickson, Trento, 1991.
Matematica e Metacognizione, Erickson, Trento, 1995.
Nuova Guida alla Comprensione del Testo, volume 2, Erickson, Trento, 2003.
Didattica Metacognitiva della Matematica, Erickson, Trento, 2006.
Sviluppare la concentrazione e l’autoregolazione, Erickson, Trento, 2009.