ha insegnato genetica a Parma e Pavia, dal 1951 al 1971, poi alla
Facoltà di Medicina dell’Università di Stanford, USA. Dopo un inizio
di ricerca in genetica batterica, è passato allo studio dell’evoluzione
umana, sia genetica che culturale.
La sua ricerca si è rivolta soprattutto allo studio degli ultimi
60.000 anni di evoluzione della nostra specie, sia della prima
fase, durata fino a 10.000 anni fa, in cui una piccola popolazione
umana si è espansa a tutto il mondo, sotto un’economia di caccia
e raccolta; sia degli ultimi 10.000 anni, in cui è iniziata e si è diffusa,
praticamente in tutto il mondo e partendo da diverse aree
di origine, un’economia di produzione di cibo agro-pastorale. In
questa seconda fase, si è avuta, accanto alla migrazione di agricoltori,
una diffusione culturale della tecnologia.
Il suo interesse si è rivolto soprattutto a chiarire come siano avvenute
le grandi migrazioni e si è occupato dell’importanza relativa
dei fattori evolutivi principali in queste espansioni.
Attualmente, è impegnato nel problema della differenziazione
genetica e culturale che si è sviluppata in queste grandi migrazioni,
arrivando alla conclusione che quest’ultima è molto modesta
e che la selezione naturale ha partecipato soprattutto nella fase
agro-pastorale.